Trama:
1963, la grande diga del Vajont costruita a ridosso del monte Toc e’ sottoposta a notevoli sollecitazioni dovute all’imperizia e alla leggerezza con le quali e’ stata eretta. Ma non sara’ lei a crollare bensi’ il monte Toc, dritto dentro il bacino idrico, e per 2000 italiani sara’ l’ultimo giorno della loro vita.
Commento:
E’ costato tanto dicono ed e’ apprezzabile in effetti questo sforzo produttivo italiano (ma non solo il film e’ coprodotto da Rai, francesi e sudamericani) che tenta la via europea al blockbuster che in Francia ha dato i suoi sperabili frutti (nella top ten francese degli incassi sono indigeni 8 pellicole su 10). E anche se 18 miliardi raffrontati alle mega produzioni americane sono un po’ pochini lo stesso (meno di 9 milioni di dollari, cifra da cinema underground) i risultati si vedono e il film e’ effettivamente proprio un blockbuster, con i limiti del genere. Per dirne una (o due): attori sopra le righe – o peggio, sotto – sceneggiatura piuttosto ridicola (accurata nella parte della ricostruzione storica ma banale e demenziale nella storia d’amore). Martinelli voleva fare il cinema d’impegno civile del 2000 ispirandosi (parole sue) a Rosi e Damiani. Gia’ i maestri sono quel che sono, per il Vajont d’impegno vale per tutti lo spettacolo di Paolini (passato anche in Rai e disponibile nel catalogo Elleu), per lo spettacolo, be’ quello lasciamolo fare agli yankee. Per quanto riguarda il botteghino e’ vero che in Italia il nostro cinema nazionale e’ inchiodato alle commedia (spesso commediacce) di costume, ma ci sono anche Muccino e Ozpetek che con aria birichina (e con molti soldi in meno) riportano la gente nelle sale. Martinelli lascia perdere, preferivamoi partigiani cattivi di Porzus.
Links:
sito ufficiale (in italiano).