Trama:
Nel 1993 la Somalia e’ occupata parzialmente dall’Onu e dagli Stati Uniti allo scopo di ristabilire la pace. Per gli uomini dei Rangers e della Delta Force il compito e’ di arrestare due luogotenenti del generale Aidid, uno dei signori della guerra di Mogadiscio. Ma le cosa vanno in maniera molto diversa dal previsto.
Commento:
I soldati americani sono i difensori del nuovo ordine mondiale. Si trovano accampati in mezzo al deserto, in una oasi all american di musica rock e bevande gassate, con i telefonini satellitari e un sano, rude machismo. Sappiamo che in Somalia ci sono anche i soldati dell’Onu, ma gli americani con loro non si mischiano, in quanto americani. Ad un tratto il buon generale Garrison, sempe in t-shirt informale, suona l’adunata e spedisce i suoi ragazzi a ‘prelevare’ due luogotenenti del signore della guerra Aidid. Dalla loro oasi dorata, dal loro avamposto del primo mondo in terra rusticamente povera i rangers Usa, i Delta Force rambizzati e chucknorrisizzati, prendono su i loro elicotteroni all comfort e piombano in una Mogadiscio da incubo, un dedalo di strade polverose chiuse da orribili palazzoni sovietici e cirondata dal deserto. Ridley Scott mette in scena con una lucidita’ a dir poco impressionante la guerra che il primo mondo sogna nelle notti di Cnn. La ‘rappresentazione’ della realta’ come i copywriter dei tg se la sono immaginata. Lo spettacolo della ‘liberta’ duratura’. Da una parte i ‘nostri ragazzi’ (che poi sarebbero i loro, ma il mondo e’ globalizzato, e quindi…) Coca Cola, Nike, il Presidente, la Famiglia, l’Occidente… noi i consumatori totali. Noi Nasdaq, noi mercati azionari, noi Eurolandia, noi. Dall’altra uno scenario che sembra uscito direttamente da ‘1997 fuga da New York’, una Mogadiscio costruita in iperrealismo come gli incubi post-11 settembre ci hanno generato. Tutti neri, tutti mussulmani, tutti armati fino ai denti… donne e bambini a spararci addosso dai tetti, dalle finestre, dalle macchine, dai tombini. E l’incubo dell’uomo medio occidentale prende vita nelle strade ex italiane di Mogadiscio. I caporioni di Aidid sono dei neri enormi, grossi e cattivi, armati fino ai denti, occhiale da sole, canottiera e sguardo feroce da rapper. Sono usciti dall’incubo piu’ nero dei ghetti di Los Angeles, di Brixton, di Watts, delle banlieus parigine. Fanno a pezzi le mitiche ‘Delta force’ e buttano giu’ gli elicotteri americani come fossero rondinelle… scene da stadio… tifo sfrenato… il sud del mondo e’ incazzatissimo. Ridley Scott e’ un regista conservatore ma ha una capacita’ quasi magica nell’individuare i nervi scoperti della societa’ occidentale. Con ‘Il gladiatore’ aveva costruito una magnifica ode all’uomo forte, e il pubblico globale ha reagito alla riproposizione del peplum come nessuno si sarebbe immaginato. Oggi arriva con questo splatter di guerra dal basso profilo retorico e da un altissimo contenuto psicosociale… istruzioni per l’uso della terza guerra mondiale, aggiungete il babau binladiano all’incubo nero dei bravi campagnoli bianchi. Cazzo, ci servono altre armi.
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