Trama:
Inghilterra 1932, mentre l’Impero Britannico e’ ridimensionato dal novecento Sir William McCordle e sua moglie organizzano un week end con battuta di caccia nella loro residenza estiva. Arrivano gli ospiti e la casa si riempie di nobili con la loro servitu’ finche’ un modernissimo omicidio non ci mette lo zampino…
Commento:
Da sempre la vasta filmografia di Altman si gioca sul registro del racconto corale, da ‘Nashville’ a ‘Dottor T e le donne’, come se per raccontare una storia il regista sentisse l’esigenza di caricare la narrazione, quasi di affollarla, con sottotrame piu’ o meno lineari e decine di personaggi ognuno dei quali esiste e vale al di fuori e al di dentro del film che vediamo. Come se ogni storia non potesse vivere a se’ stante ma dovesse necessariamente farsi carico delle vite e delle storie dei suoi protagonisti, dei suoi comprimari e delle sue comparse. ‘Gosford Park’ non sfugge a questa interpretazione ma nell’intrico delle vite, dei caratteri e dei destini di nobili, valletti, cameriere, cuoche, borghesi e finanche un produttore cinematografico racconta una storia piu’ alta che lascera’ di stucco gli appassionati del giallo tradizionale e del poliziesco investigativo. Perche’ la vera storia di Gosford Park e’ una acuta riflessione sul novecento appena trascorso, con il suo indecente retaggio classista e nobiliare, con il mondo diviso in sfruttatori e sfruttati, tutti assieme sotto allo stesso tetto ma contemporaneamente separati da qualcosa di piu’ dei famosi sei gradi. (*) Verrebbe da chiedersi perche’ Altman abbia sentito l’esigenza di realizzare oggi questo affresco apparentemente demode’. Forse perche’ demode’ non lo e’ affatto, perche’ nel caotico e affollato mondo di oggi non troppe cose sono cambiate rispetto al 1932, perche’ Gosford Park nel suo intrico e’ questo, che se vieni beccato al piano superiore senza permesso passi i guai. (*): Nel film ‘Sei gradi di separazione’ Fred Shepisi ipotizza che ogni essere umano e’ collegato a chiunque altro tramite non piu’ di sei passaggi di ‘conoscenti’.
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