Trama:
Una casa che sembra un congegno ad orologeria, infestata da 13 spettri, uno piu’ brutto e arrabbiato dell’altro. Una famiglia in pericolo, un enigma da risolvere per fuggire dalla casa ed un finale a sorpresa. Gli ingredienti ci sono tutti…
Commento:
Ennesimo remake dell’ennesimo ‘cult’ anni ’60 (che ammetto di non aver visto) ed ennesimo esordio cinematografico per un regista proveniente dal mondo dei videoclip. Ok, Steve Beck sa dove mettere la macchina da presa, ma pare non basti per dirigere un film. Serve un copione solido (e questo annaspa un po’ ovunque), serve un’idea del film che trascenda il polpettone che i produttori hanno sempre in mente (a che serve il format ‘famiglia felice’ in un horror?), serve un occhio lungimirante sugli attori, e qui i migliori hanno vita breve mentre i peggiori devastano la pellicola e infine serve un motivo per girare che non sia solo la vil pecunia. E qui pare manchi completamente anche questo… Beck ha messo i soldi in saccoccia e si appresta probabilmente a lanciarsi nella corsa ad allargare il parco degli shooters di Hollywood (termine spregiativo che differenzia i registi commerciali dai ‘directors’ che forse un’idea di cinema ce l’hanno). Qui purtroppo si avverte un compiacimento a dir poco onanista, con la macchina da presa che accarezza le pareti della casa / scenografia forse consapevole che solo quelle hanno un valore in un film di basso livello come questo. Ma l’accarezzamento diventa eccessivo, lasciandosi andare nel secondo tempo a veri e propri carrelli che vagolano a vuoto spezzando il blando ritmo degli accadimenti. Beck si e’ innamorato della sua scenografia e ci immaginiamo quanto caro gli sia costato il distruggerla nel piu’ classico dei finali ‘esplosivi’ di Hollywood.
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