Trama:
8 settembre 1943: che fare? Johnny, uno studente di letteratura inglese, si unisce alle formazioni partigiane delle Langhe, prima con i comunisti e poi con gli ‘azzurri’ badogliani.
Commento:
Con ‘Il partigiano Johnny’ Finalmente la resistenza esce dall’agiografia piu’ o meno interessata del dopoguerra e della Repubblica per entrare in una dimensione piu’ umana e personale e soprattutto piu’ terrena. Com’e’ la guerra vista dalla parte dei buoni? Una schifezza di bassa macelleria, dove si patisce il freddo, la paura, la solitudine e la morte e dove ogni atto non reca mai in se’ la rassicurante certezza dell’eroismo ma la dolenza dell’incertezza, dell’ignoranza e della rabbia. Dal romanzo incompiuto di Fenoglio ‘Il partigiano Johnny’ e’ una pellicola coraggiosa e antiretorica, che non ci risparmia i particolari piu’ truci e che dal libro ripropone le atmosfere ovattate e il grande e assordante silenzio che circonda la decisione, questa si’ eroica, di chi scelse ‘la cosa giusta’ nonostante tutto. Il film di Guido Chiesa e’ imperfetto, si sfalda soprattutto nel secondo tempo, e soffre dell’aggiunta della ‘voice over’ in fase di post-produzione, rimane come ha detto qualcuno ‘un’occasione mancata’. Non a caso la stessa definizione che dal dopoguerra in poi ha accompagnato le riflessioni sulla resistenza.
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