Trama:
Biografia vera o presunta della scrittrice e filosofa d’origine irlandese Iris Murdoch, del suo tormentato rapporto con il compagno John Bayley e della sua lotta contro l’Alzheimer.
Commento:
La storia di Iris Murdoch, preceduta dall’orrido avviso ‘basato su una storia vera’, allo scopo di boh?, commuovere di piu’? prevenire l’immancabile ‘ma e’ solo un film’, chissa’…, e’ scritta con meticolosa perizia con lo scopo dichiarato di far piangere anche i sassi. Sei un sasso? Allora solo tu non ti puoi commuovere di fronte all’inesorabile Alzheimer che trasforma una giunonica Kate Winslet in una vecchia smemorata. C’est la vie, direte voi, e in effetti non avreste tutti i torti, e’ proprio la vita che passa e va, e se ti viene un coccolone anziche’ l’Alzheimer e’ forse meglio? Meglio andarsene con un cancro? Meglio un infarto? Meglio un aereo che ti entra in ufficio o un missile ‘intelligente’ dal tetto di casa? Ma no ma no, e’ che Iris era una scrittrice, e cosa c’e’ di peggio per una scrittrice che perdere il senso delle parole? Forse perdere la vita. Sei un sasso? Non ti commuovi? Sei proprio un sasso… eppure qualche cosa non torna, perche’ dovremmo piangere per una sceneggiatura scritta apposta a quello scopo? Perche’ turbarci di fronte ad un’ora e mezza di macchina da presa che ondeggia tra Kate e Judi Dench al solo scopo di dimostrare cio’ che tutti sanno? Iris e’ una pellicola che non riconcilia, che non indigna che non attizza e che non amareggia. L’unico suo scopo e’ quello di far piangere anche i sassi, solo che alla fine non riesce neanche in quello. Siamo dei sassi troppo pietrosi o siamo stanchi di questo cinema mortifero e ricattatorio?
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