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Monsters & Co.

film animazione, Usa '01 Regia di Pete Docter, voci di Adalberto Maria Merli, Daniele Formica e Marina Massironi.
di pianetafilm 16 settembre 2007

Trama:
Avete presente il mostro che di notte, quando eravate bambini, usciva dall’armadio mentre dormivate? O quello che certamente vi aspettava sotto il letto? C’erano, ma non erano diaboliche creature maligne, bensi’ semplici impiegati. Questo lo spunto di partenza per il nuovo, bellissimo, film in animazione digitale realizzato dal team della Pixar (‘A Bug’s Life’, ‘Toy Story’) che ancora una volta straccia la concorrenza del pur notevole ‘Shrek’ della Dreamworks per realizzare l’ennesimo mondo di plastica pensante. Insomma quel mostro che pensavate v’aspettava sotto il letto e’ un dipendente della ‘Monsters & Co.’, una sorta di Enel di Mostropoli, la citta’ dei mostri, situata in una dimensione altra rispetto a noi, una dimensione resa visibile grazie agli studios di John Lasseter, fondatore della Pixar (che pero’ qui non firma la regia) assieme a Steve Jobs (vi dice niente? non trovate una somiglianza tra l’iMac e l’animazione digitale della Pixar?). Mostropoli e’ ricostruita sul modello della citta’ felice americana degli anni ’60, la Metropolis di Superman piuttosto che Gotham City, una New York dove le torri gemelle non cadranno mai, perche’ tutti sono felici e sereni… anche gli operai, le tute blu di Mostropoli, che provvedono alla produzione di energia per alimentare ‘la citta’ che non dorme mai’. E da dove viene l’energia? Ma dalle urla spaventate dei bambini della Terra (dunque di un’altra dimensione), che all’apparire del mostro che esce da sotto il letto o dalla porta dell’armadio si sgolano a piu’ non posso. ‘Monsters & Co.’ sta dicendo con i suoi pupazzetti buffi e spaventevoli, con i suoi brillanti e impossibili colori pop, che il sogno americano e’ stato costruito sugli incubi del resto del mondo. Che la Mostropoli felice ha come contraltare le case scure dove i piccoli piangono nei loro letti, dove il terrore arriva, ruba a man bassa e torna a casa in un battibaleno. Poi arriva Boo. La bambina che non ha paura, ma di cui tutti i mostri hanno paura, perche’ e’ una umana, e gli umani puzzano, portano le malattie, ci rubano il lavoro e le donne (ancora, in diretta mentre scrivo, su Radio Rai 1, come se nulla fosse). I protagonisti del film, Sullivan e Mike, sulle prime cercano di farla sparire ma poi si affezionano, sono mossi dalla pietas, e si rendono conto dell’orrore, che loro sono l’incubo incarnato della piccola Boo, che loro, inconsapevoli operai interessati solo al premio produzione, sono gli strumenti dei capitalisti di Mostropoli (che complottano tra l’altro per estrarre con violenza le urla dai bambini). Finira’ come deve finire e come si conviene al sogno di un mondo diverso, ma il dado e’ tratto ed il capolavoro e’ nelle sale, a spiegare con la semplicita’ della favola qualcosa sulla complessita’ del mondo. All’apparenza inconoscibile, ma nella pratica cosi’ nuda e senza vestiti da non avere neanche bisogno del bambino che lo gridi.

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